In Italia una donna su tre presenta su viso e collo problematiche di iperpigmentazione. Perciò, se guardandoti allo specchio, hai notato la presenza di macchie più scure della tua carnagione che non avevi mai visto prima, non allarmarti!

Non sei l’unica e la dermatologia moderna ha sviluppato nuovi attivi cosmetici capaci di contrastare l’iperpigmentazione. Ti spiegherò tutto quello che devi sapere riguardo questo inestetismo della pelle, la sua classificazione e cura.

Tipologie di iperpigmentazione

Il termine iperpigmentazione viene utilizzato in medicina per indicare aree cutanee che diventano più scure rispetto alle zone circostanti. Questo sgradevole inestetismo si verifica quando viene prodotta melanina, pigmento che conferisce alla pelle il suo colore, in eccesso. Avere del pigmento extra in alcune aree del corpo come viso, collo e braccia solitamente è innocuo, tuttavia non è da escludere una possibile implicazione patologica.

L’iperpigmentazione include macchie senili, melasma e iperpigmentazione post-infiammatoria che possono dar luogo a due tipologie di macchie sulla base della disposizione riscontrata, vediamole insieme!

Iperpigmentazione diffusa

Quando parliamo di iperpigmentazione diffusa facciamo riferimento alla presenza di macchie cutanee disposte su una buona percentuale della superficie corporea, tra cui il viso. L’ordine delle discromie può essere simmetrico o asimmetrico rispetto all’asse verticale, mentre per quanto riguarda le macchie, si diversificano sulla base della loro natura.

Solitamente notiamo quattro cause alla base dell’iperpigmentazione diffusa:

  • Variazioni ormonali durante il periodo di gestazione o mentre si fa uso di contraccettivi orali
  • Eccesso di nutrienti emosiderosi o emocromatosi, ovvero troppo ferro in circolo
  • Farmaci o sostanze chimiche chemioterapia, tetracicline per la cura di infezioni
  • Ereditarietà come nel caso delle lentiggini
Iperpigmentazione locale e diffusa

Iperpigmentazione localizzata

Al contrario della precedente, l’area di interesse si restringe notevolmente, circoscrivendo l’iperpigmentazione solo a determinate distretti corporei. Le macchie generalmente sono grandi, dalle linee ben definite e la variazione cromatica si associa alla quantità di pigmento fornito dai melanociti per proteggere la pelle da attacchi esterni o interni.

Tra i possibili fattori associati alle macchie localizzate troviamo:

  • Reazioni di fotosensibilità ai raggi solari
  • Reazioni allergiche ad alcuni vegetali, come sedano, prezzemolo, lime, fichi
  • Infiammazioni come acne e dermatiti
  • Lesioni cutanee di natura traumatologica

La buona notizia è che essendo l’area iperpigmentata circoscritta, il trattamento che si andrà ad adottare risulterà meno generalizzato e più specifico per la zona di pelle da trattare, con una buona percentuale di riuscita nella rimozione dell’inestetismo.

Le cause dell’iperpigmentazione

Tra le cause più conosciute e studiate dai dermatologi che portano a sviluppare iperpigmentazione, possiamo distinguere quelle che dipendono da fattori fisiologici e purtroppo inevitabili come la senescenza e cause associate al nostro comportamento sbagliato, molte volte consapevole che produrrà danni alla pelle, il più conosciuto tra questi è l’esposizione solare. Vediamone alcune di seguito.

Esposizione solare

Dei danni provocati dal sole se ne parla ovunque, tuttavia voglio ribadire il concetto, di come le radiazioni UVA/UVB possano dar origine alle lentigo solari. I raggi solari quando colpiscono una pelle non protetta, vanno ad interferire con il normale ciclo della melanogenesi, da cui nascono i pigmenti cutanei, stimolando una sovrapproduzione di melanina capace di depositarsi su diverse zone ben circoscritte del viso, come fronte, naso e guance. Le chiazze che si formano sono dalla forma irregolare ed in base alla sensibilità cutanea diventano più o meno scure.

Dermatite seborroica

Questa malattia della pelle colpisce nella maggior parte dei casi il viso e comporta un’accelerazione del ciclo cellulare con conseguente stimolazione ghiandolare. Uno dei segni che lascia sul volto sono appunto delle grosse macchie iperpigmentate tendenti al rosso scuro associate a prurito e bruciore.

I fattori da cui scaturesce questa infiammazione sono di natura endocrina, genetica ed alimentare. La dermatite seborroica può essere cronica o ricorrente col passaggio da una stagione all’altra o sporadica legata soprattutto a fonti di stress.

Nel primo caso le macchie tenderanno a depigmentarsi lentamente anche se la discromia rimarrà, visto che l’infiammazione tende a ripresentarsi spesso. Nel secondo caso la problematica si risolverà completamente grazie alla capacità rigenerativa della pelle.

Senescenza

Al contrario della dermatite seborroica, nel processo d’invecchiamento si ha un lento rallentamento del turnover cellulare. Il nostro corpo è una macchina perfetta capace di proteggerci contro gli agenti esterni. Col passare del tempo anche lui allenta le difese e schiera le sue ultime protezioni sulle zone più lesionate e sensibili.

Se negli anni hai abusato della tua pelle, non curante del danno che le stavi procurando, ora i melanociti cercano di riparare i danni addensandosi nelle zone più fragili per schermare le radiazioni solari. Ecco che compariranno le lentigo senili sulle mani, sul decolletè e sul viso. Nelle donne questo fenomeno inizia a presentarsi in concomitanza con la menopausa, mentre negli uomini in età più avanzata.

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Fattori post-infiammatori

A seguito di una ferita o di un’eruzione cutanea, la pelle mette in atto prima di tutto i meccanismi di riparo vasale, qualora ci sia una fuoriuscita di sangue e in seguito si concentra sul riparo tissutale, in cui entrano in gioco anche i melanociti.

Quando viene stimolata la risposta in seguito ad un danno, si attiva l’enzima tirosinasi capace di indurre un’elevata produzione di melanina, da parte dei melanociti, la quale si addensa in granuli di pigmento detti melanosomi, che vanno a formare le aree iperpigmentate.

L’iperpigmentazione post-infiammatoria, migliora col passare del tempo, in genere dai 3 ai 12 mesi in relazione al tipo di lesione. Il tempo in genere è in relazione alla tipologia di pelle e ai fattori esterni, come i raggi UVA/UVB, che potrebbero rallentare il processo di guarigione.

Fattori genetici

Due particolari discromie iperpigmentate della pelle fanno riferimento ai fattori genetici, si tratta delle efelidi e dei nevi.

Le efelidi

Chiamate anche “macchie rosse-brune” sono un difetto congenito che non comporta nessuna patologia a carico dell’interessato. Si riscontra nelle persone con specifici caratteri fenotipici, come chi ha i capelli biondi o rossi, la comparsa avviene in giovane età e perdura per tutta la vita. Potrebbero accentuarsi nel periodo estivo a causa delle ripetute esposizioni solari.

A volte si confondono con le lentiggini ma a differenza di quest’ultime le efelidi non comportano desquamazione della pelle e presentano forme diverse. Si distribuiscono a livello del naso, della fronte e degli zigomi. La trasmissione avviene con carattere autosomico dominante, perciò senza salto generazionale, e il difetto è riscontrato proprio nei melanociti che producono in maniera anomala il pigmento cutaneo.

I nevi

Non sono che lesioni pigmentate della pelle, classificati in un’ampia gerarchia alcuni li abbiamo fin dalla nascita, perciò si definiscono di origine genetica. Dalla classica forma rotondeggiante e dal colore che va dal nocciola al marrone scuro, possono essere sottili o spessi rispetto alla cute che li circonda.

I nevi hanno una forte capacità mutagena, perciò in base alle lesioni che provochiamo alla nostra pelle si avrà la formazione di nuovi nevi o la modifica strutturale di quelli già esistenti, dunque risulta fondamentale mapparli e monitorarli annualmente.

Deficit vitaminico

L’iperpigmentazione è comune nei paesi industrializzati dove i regimi vegetariani, il malassorbimento e le patologie gastriche sono causate da deficit vitaminico, soprattutto del gruppo B. In Europa, si verifica con frequenza nei soggetti con fototipo IV, V o VI.

La vitamina B12 a livello fisiologico svolge un ruolo fondamentale nel metabolismo degli acidi grassi, una sua carenza comporta per il corpo un grave danno come, l’anemia perniciosa e la dispigmentazione cutanea, soprattutto con l’avanzare dell’età. La patogenesi non è ancora chiara, tuttavia le ipotesi fanno pensare ad un’incapacità della pelle nel trattenere i pigmenti fuoriusciti dai melanociti, i quali si riversano nelle aree più sensibili della pelle.

Farmaci e metalli pesanti

É ormai nota da tempo l’iperpigmentazione causata da metalli pesanti come oro, argento e mercurio. Se alcuni sono stati ormai aboliti dalla quotidianità, come il mercurio, rimane la parte legata ai trattamenti farmacologici, come nel caso delle ustioni gravi curate con sulfadiazina argentica o l’oro usato nel trattare l’artrite reumatoide.

Tali metalli vengono assorbiti in maniera sistemica dall’organismo, il quale risponde con una dispigmentazione che si manifesta attraverso macchie blu-grigie a livello delle zone più sensibili, come ad esempio l’area perioculare.

Per quanto riguarda i farmaci associati ad una iperpigmentazione cutanea troviamo: la minociclina (antibiotico liposolubile con proprietà antinfiammatorie) gli antiretrovirali (per il trattamento dell’HIV), i corticosteroidi e i farmaci antipsicotici.

La colorazione può variare dal grigio al viola al blu e le aree colpite sono quelle ai lati del viso, intorno all’occhio e in prossimità delle rughe sottili. Tuttavia nei casi in cui vi sia un pesante accumulo di farmaco in seguito ad una lunga terapia, l’iperpigmentazione potrebbe risultare totale o diffusa.

Iperpigmentazione: cosa puoi fare per migliorarla

Tra le possibili cure contro l’iperpigmentazione troviamo sicuramente le terapie topiche, che fanno un uso specifico di creme cosmetiche, i peeling e le onde laser, che lavorano sulla rimozione dello strato di pelle lesionata, confidando sulla capacità riparativa dell’epidermide, che nel giro di qualche settimana darà vita ad un nuovo strato cutaneo del tutto sano, ma analizziamole più nel dettaglio.

Rimozione meccanica delle macchie cutanee

Le nuove tecniche di rimozione delle macchie iperpigmentate non possono escludere la medicina estetica, che attraverso due specifici trattamenti è in grado di migliorare notevolmente la condizione antiestetica della tua pelle. Vediamoli insieme.

Peeling chimici

Attualmente in uso troviamo il peeling all’acido glicolico, che si concentra sulla stimolazione cutanea, favorisce il ricambio cellulare e la sostituzione delle cellule iperpigmentate con le sane. Si tratta di un “soft peeling” perchè opera un’esfoliazione dello strato cutaneo superficiale, senza andare ad intaccare gli strati più profondi.

Solitamente ci si affida a questo tipo di trattamento quando ormai la pelle tende ad essere parecchio lesionata, e i processi meno aggressivi sono purtroppo inefficaci.

Terapia laser

In quei casi in cui le macchie cutanee sono molto profonde, è bene affidarsi alla terapia laser. Non è una passeggiata perchè viene considerata una sorta di operazione chirurgica e il paziente deve sottoporsi prima ad una visita approfondita, per attestare il proprio stato di salute. Durante il trattamento si avverte un forte bruciore, quasi pungente, questo perché vengono colpiti selettivamente i melanociti con una lunghezza d’onda pari a 32 nm, così da disattivarne la produzione di pigmento.

Iperpigmentazione: metodi di rimozione delle macchie cutanee

Soluzioni cosmetiche contro l’iperpigmentazione

Prima di arrivare ai casi più estremi di iperpigmentazione cutanea, puoi intervenire in prima persona rallentando il processo di formazione delle macchie cutanee ed eliminando quelle già presenti.

Ti chiederai, in che modo?

Sono qui come “Dottoressa della pelle” per indicarti i prodotti più adatti e performanti in campo cosmetico, nel trattamento dell’iperpigmentazione cutanea a diversi livelli, iniziamo subito:

  • Siero Rinnovatore Retinolo, dalla Texture morbida e completamente assorbibile, stimola la rigenerazione cellulare, migliorando l’aspetto della pelle con iperpigmentazione diffusa
  • Retinol Drops, gocce a base di Retinolo microincapsulato per ridurre efficacemente tutte le imperfezioni cutanee, quali iperpigmentazioni, macchie senili, cicatrici post acneiche
  • Crema Levigante, cheratolitica, antiage, nonchè antimicrobica: queste sono le principali caratteristiche della Crema DXF all’acido succinico, estratto 100% naturale. Similmente all’ acido salicilico, l’Acido Succinico svolge un’azione cheratolitica di superficie per cui e’ particolarmente indicato nel trattamento delle discromie da iperpigmentazione cutanea. Non crea pizzicore e arrossamento.

Inserisci le tre soluzioni indicate in maniera sinergica, all’interno della tua skincare quotidiana. Così facendo inizierai un trattamento specifico per le macchie cutanee, che potrai gestire in totale autonomia, bilanciando i prodotti in base alle tue necessità.

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